Premessa
Il presente documento approfondisce e aggiorna, con approccio analitico e non vincolante, quanto ipotizzato in precedenza su questo blog in merito alla possibile riconversione del sito industriale Eni Versalis di Brindisi. Si ipotizzava la costituzione di una joint venture tra Eni Versalis e Seri Industrial S.p.A., indicata da una fonte stampa con il nome non ufficiale “Eni Storage System Brindisi”.
Il protocollo d’intesa firmato presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy nel 2025 fornisce elementi di interesse tecnico, occupazionale e industriale che meritano una valutazione basata su fonti pubbliche e in forma cautelativa, senza costituire un’interpretazione ufficiale né un impegno delle parti coinvolte, è sempre da ritenere come ipotesi e pensiero personale.
1. Stato dell’impianto di cracking
Il protocollo stabilisce la cessazione definitiva della produzione presso l’impianto di cracking al 31 marzo 2025. È prevista una fase successiva di messa in conservazione tecnica, senza un piano strutturato di riattivazione, che dipenderà da eventuali variazioni significative delle condizioni di mercato.
Rispetto all’ipotesi iniziale di dismissione graduale, emerge con maggiore chiarezza che la linea del cracking non rientra nel futuro industriale a medio termine del sito, e può pertanto essere considerata, nei fatti, dismessa.
2. Collaborazione industriale e sviluppo tecnologico
Il protocollo conferma lo sviluppo di un impianto per la produzione di batterie stazionarie (Litio-Ferro-Fosfato – LFP), con un investimento superiore a 700 milioni di euro e decisione finale sull’investimento (FID) attesa entro il primo trimestre del 2026. La realizzazione è prevista entro la fine del 2028.
Il progetto, sviluppato in partnership con Seri Industrial S.p.A., prevede:
- produzione di materiale catodico attivo;
- fabbricazione delle celle;
- assemblaggio dei moduli finiti;
- successiva realizzazione di un impianto di riciclo e recupero dei materiali.
Il protocollo non chiarisce la forma societaria della collaborazione, ma l’approccio integrato suggerisce l’eventualità di una struttura condivisa, come ipotizzato nel precedente articolo.
3. Infrastrutture a supporto del nuovo polo produttivo
Il sito di Brindisi è dotato di:
- una centrale elettrica interna;
- un porto industriale privato;
- una connessione diretta con la rete elettrica esterna.
Questi elementi, già analizzati nella precedente riflessione, rafforzano l’idoneità del sito a ospitare una gigafactory per batterie, sia per disponibilità energetica sia per logistica portuale e interconnessione con il sistema elettrico nazionale.
4. Obiettivi di scala e quote di mercato
Secondo il protocollo, il progetto ambisce a occupare oltre il 10% del mercato europeo delle batterie stazionarie. Il Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea stima in oltre 300 GWh/anno la domanda attesa al 2030 per questo segmento, suggerendo che la capacità produttiva del nuovo impianto potrebbe superare i 30 GWh/anno.
Tuttavia, non essendo disponibili dati ufficiali, si ipotizza un valore iniziale superiore a 10 GWh/anno, soglia che identifica in letteratura un impianto di tipo “gigafactory” (fonte: IEA – Global EV Outlook).
5. Occupazione, transizione e sostenibilità occupazionale
Il protocollo dichiara che l’occupazione complessiva (diretta e indiretta) sarà superiore a quella attuale. Nella fase 2026–2028, il personale Versalis sarà impiegato in:
- operazioni residue di impianto;
- messa in conservazione;
- attività di cantiere;
- corsi di formazione, anche esterni.
Non vengono fornite cifre ufficiali. È pertanto opportuno verificare la compatibilità di tali obiettivi con i benchmark di settore.
Tabella – Gigafactory europee: capacità e personale
Impianto | Capacità (GWh/anno) | Personale stimato | Anno entrata in esercizio | Note |
---|---|---|---|---|
Northvolt Ett (Svezia) | 16–20 | 2.000–3.000 | 2022 | Celle e riciclo |
ACC (Francia) | 24 | 2.000 | 2024 | JV Stellantis-Total |
Verkor (Francia) | 16 | 1.200–1.500 | 2025 | Supporto Renault |
Eni Storage System Brindisi (ipotetico) | >10? | Non dichiarato | 2028 (completamento lavori) | Nessuna informazione pubblica ufficiale |
In base ai dati sopra riportati, la soglia di personale potenzialmente necessario per un impianto >10 GWh/anno potrebbe variare tra 1.000 e 2.000 addetti. Tuttavia, questa stima dipende fortemente da:
- automazione impianti;
- numero di fasi produttive internalizzate;
- outsourcing dei servizi;
- struttura logistica.
6. Clausola sull’identità contrattuale e gestione del personale
Il protocollo include un impegno secondo cui “le risorse oggetto di trasferimento nella nuova realtà manterranno l’identità Eni, le salvaguardie, i trattamenti economici e normativi previsti”.
Questa clausola è rilevante ma richiede chiarimenti giuridici. In particolare:
- non è specificato chi sarà il datore di lavoro finale;
- non è noto se verrà costituita una nuova società con partecipazione congiunta;
- non sono pubblicati documenti contrattuali o accordi di secondo livello.
La tenuta di questo impegno, anche in caso di cessione futura di quote societarie, dipenderà dalla natura formale degli atti societari e sindacali.
7. Tavolo di Coordinamento e clausola etica
Il protocollo prevede l’istituzione di un Tavolo di Coordinamento, con cadenza trimestrale a partire da aprile 2025, presieduto dal MIMIT. Il Tavolo avrà funzioni di:
- monitoraggio degli interventi;
- verifica delle autorizzazioni;
- controllo dell’impatto occupazionale;
- eventuale azione correttiva in caso di ritardi.
È inoltre presente una clausola anticorruzione che richiama normative nazionali e internazionali, incluse le convenzioni ONU e OCSE.
Conclusioni
Il protocollo firmato presso il MIMIT rappresenta un passaggio formale rilevante nella trasformazione industriale del sito di Brindisi. Esso conferma in gran parte le ipotesi precedentemente formulate, con alcuni elementi ancora da chiarire:
- la dismissione del cracking è definitiva;
- l’avvio del progetto batterie è subordinato alla FID 2026;
- la capacità produttiva, l’occupazione e l’assetto societario restano da dettagliare;
- l’uso delle infrastrutture esistenti rafforza la fattibilità industriale;
- la tenuta della clausola “identità Eni” dipenderà da atti formali futuri.
Alla luce di ciò, si conferma la necessità di monitorare con attenzione:
- la struttura giuridica del progetto (JV, distacco, newco);
- la documentazione autorizzativa e gli atti esecutivi;
- la coerenza tra impegni pubblici e realizzazioni operative.
Il sito di Brindisi si appresta a diventare un laboratorio della transizione industriale italiana: la sua riuscita dipenderà dalla capacità di mantenere coerenza tra innovazione, occupazione e trasparenza. L.L.
Per approfondimenti e fonti ufficiali citate nel presente documento:
- Protocollo d’intesa MIMIT–Eni Versalis (marzo 2025)
- Joint Research Centre – European Commission: https://joint-research-centre.ec.europa.eu/
- IEA – Global EV Outlook 2023: https://www.iea.org/reports/global-ev-outlook-2023
- Precedente articolo inerente l’addendum